La motivazione è l’elemento più importante di ogni impresa, sia che si tratti di una gara sportiva, un esame all’università, di una conquista amorosa o di una impresa intesa come attività imprenditoriale. Pensa alla motivazione che deve aver animato i martiri religiosi, o gli sportivi che maciullano i record, gli scienziati che alla fine sovvertono l’ordine del pensiero a furia di esperimenti falliti, agli animali che compiono migrazioni percorrendo migliaia di kilometri, ai protagonisti di quelle serie TV che perdono centinaia di Kg, o a chi sconfigge il demone della dipendenza, qualsiasi essa sia. Tutti questi esempi hanno un denominatore comune, un pilastro su cui l’azione di regge, un #drishti come viene chiamato nello #yoga, e si tratta della #motivazione. Il tuo why, lo chiamano i coach americani. Il perché. La ragione per cui lo fai, e per cui non molli. Mai. Ma manco morto. Eppure sai bene quanto sia masochisticamente difficile restare in piedi e tenere la rotta, specialmente quando le circostanze, eventi inaspettati, problemi e i risultati diversi dagli obiettivi che avevi impostato intaccano la tua motivazione. Sai cosa intendo: quando ti dici “ma chi me lo fa fare?” oppure “ma vale la pena sbattersi così?”. Una di queste domande, se ripetuta quattro o cinque volte è sufficiente a generare automaticamente nella tua testa la temibilissima crepa, cioè “no, non vale la pena” oppure “mollo”. E se il tarlo si fa strada, poi diventa sempre più ciccione e forte, finché non fa un buco nella tua corazza, tu inizi a imbarcare acqua dal buco e inevitabilmente prima o poi affondi. Oppure puoi prendere lo spray anti-tarlo dall’armadietto e lo stermini senza pietà.
Lo spray anti-tarlo è proprio lì, è quello davanti agli altri flaconi e c'è scritto “MOTIVAZIONE”
Ok, ho capito. Sei preoccupato per il buco nell’ozono e di usare lo spray non ti va? Nessun problema! Ecco la soluzione scaccia-tarlo: 10 pillole per tenerlo lontano e rinforzare l tue difese. La cura è gratis e non ci vuole nemmeno la ricetta del medico curante, quindi … giù il gettone, si parte
Le 10 pillole per rinforzare la tua motivazione
1) Priorità. Già … da dove comincio a farmi il mazzo? Da quello che ti sta più a cuore ottenere, risolvere, raggiungere, sistemare, cambiare, migliorare, eliminare, iniziare, dimenticare eccetera, eccetera, eccetera. Difficile? Ma no, dai … ti do una dritta sugli ingredienti che ti servono? OK: uno specchio, un paio di orette di tempo di buona qualità, carta e penna, 2 etti e cinquanta di sincerità, un pizzico di voglia. Preparazione: siediti davanti allo specchio a fare due chiacchiere con Mr. Ego, mettiti d’accordo su una manciata di cose su cui siete in sintonia, e buttale giù crude, nero su bianco, magari sotto forma di elenco numerato per un impiattamento classico. Fine della ricetta. Consumare subito, accompagnato da un calice di determinazione della tua cantina preferita.
2) Fregatene della paura. La paura non esiste nel mondo reale, è solo nella tua testa, e per di più è la cosa più normale del mondo avere paura perché è quella che ci tiene in vita. Ma occhio a non fartela troppo amica se no, come il bruco che si avvolge nella crisalide e poi diventa farfalla, rischi che una delle tue #paure diventi ossessione se ti distrai e non la controlli. Allora le pillole del Dott. Dennis servono a poco, e ti tocca andare da uno bravo per rimettere a posto i cocci della tua autostima. Se invece tutto è ancora nella norma puoi adottare dei sistemi più light, ma molto efficaci per contenere e ridimensionare la paura, come ad esempio la #meditazione, lo #sport, trovarti un mentore. Eh si, che parolone “il mentore”. Alla fine il #mentore è solo uno più bravo di te a fare quella cosa che vuoi fare, o uno che l’ha già fatta e che ti ha fa pensare: “Maledetto! Ce l’ha fatta veramente! E guarda che bravo che è stato!” il mondo ne è pieno di questa gentaglia che ci è riuscita prima di te, e la maggior parte di loro è persino disposta a condividere con te i suoi trucchi, parola di uno che ci ha già provato.
3) Al punto n° 3 troviamo Benefici vs Obiettivi. Tre è il numero perfetto, e i #benefici che otterrai dagli #obiettivi che le tue #priorità ispirano sono il perfetto carburante per la tua motivazione. Frase un po’ contorta? OK, proviamo così: se pensi che devi raggiungere un obiettivo o pensi a quale beneficio ottieni fa una bella differenza in termini di motivazione. Ad esempio: l’obiettivo è uscire di casa entro le 5. Il beneficio che ottieni se esci di casa entro le 5 è arrivare in aeroporto in tempo per salire sull’aereo che ti porta in vacanza. Reso l’idea? Pensa sempre in termini di benefici invece che di obiettivi per sostenere meglio e con più forza la tua motivazione.
4) Drishti. Ovvero in sanscrito il #focus, la concentrazione, letteralmente lo sguardo verso un punto. Non si tratta dello sguardo degli occhi, a dire la verità, ma piuttosto di quello dell’anima o del cuore, è la direzione verso la quale incanalare l’energia e la concentrazione. Troppa filosofia da freakkettoni? Ok si torna coi piedi per terra allora: #drishti vuol dire che devi scegliere un obiettivo, e portarlo a compimento. Punto. Fine. Finisci quello che hai iniziato. Sempre. Perché se raggiungi un obiettivo ti carichi a molla e metti il piede su un gradino più alto di quello dove stai. Un gradino dopo l’altro salirai la dannatissima scala. Se molli le cose a metà è più facile scoraggiarsi perché aumenta il senso di impotenza e di fallimento. Un drishti è la classica questione di principio, hai presente? Quella per cui certe volte ti imbarchi in una discussione e l’unica cosa che vuoi è avere ragione? E alla fine la porti a casa. Succede perché qualsiasi cosa accada, qualsiasi cosa ti dicano … come dire … te ne strafotti. Perché devi arrivare ad avere ragione tu. E basta. (Drishti for dummies).
5) Non posso. Cancella questa combinazione di parole dal tuo vocabolario, e le cancellerai anche dalla tua testa. Se di motivazione forte stiamo parlando è doveroso trovare dei trucchetti per non indebolirla. La psicologia ci aiuta molto perché le parole che diciamo diventano azioni. Dire che non siamo in grado, che non si può, che è impossibile sta alla tua motivazione forte come correre i 100 m. a ostacoli sta ad avere uno zaino pieno di sassi in spalla. Your words create your reality, dice con morbido accento British la sciura Marisa Peer. E ha dannatamente ragione, la signora Peer.
6) Ci provo. Altra parola da eliminare. Provare lascia già intendere che se non ce la fai non importa. Invece qui si parla di motivazione forte, che ti serve per arrivare all’obiettivo di sicuro. Provare non va bene. Fare sì, invece. Dire “lo faccio” ti dà un abbrivio di tutto rispetto, ti fa prendere velocità. Chi ha giocato a rugby sa cosa vuol dire l’abbrivio, prendere velocità nei primi 2-3 metri di scatto. Vuol dire che il tuo peso moltiplicato per la velocità che hai preso ti consente di rompere il placcaggio di uno ben più grosso di te. Se pensi “ci provo” arrivi al punto di impatto “molle” e ti rompi le ossa contro la spalla del placcatore oltre a perdere il pallone, che sul campo da rugby è il peggio del peggio che ti possa succedere. Fìdati.
7) Soluzioni vs Problemi. Ogni problema ha una soluzione. Lo abbiamo imparato a scuola, chi più chi meno, partendo da quelli semplici tipo "nel vaso ci sono 3 biscotti, Pierino ne mangia due, quanti biscotti restano nel vaso?". Al punto n° 5 la dicotomia era beneficio-Obiettivo, e qui è un po’ la stessa storia. Se pensi e ragioni in termini di problema poi le nuvole nere si palesano all’orizzonte, e se insisti su quella strada è facile che ti fai sorprendere dal temporale. Pensare alle soluzioni possibili invece è un po’ come cambiare strada e dirigersi dalla parte opposta rispetto alle nubi nere. Non è detto che la soluzione che trovi poi funzioni (non sempre almeno) ma se la soluzione diventa il tuo obiettivo (o meglio ancora il tuo beneficio) allora avrai trovato la gallina dalle uova d’oro per mantenere viva e forte la tua motivazione. Abituarsi a ragionare per soluzioni risolve i problemi. Pensare ai problemi non genera soluzioni. Fila, o no?
8) Rompi il guscio. Quello della tua zona di comfort intendo. Se stai lì dentro all’uovo, mollemente accasciato sul tuo soffice divano di certezze, abitudini e meccanismi sedimentati non vai da nessuna parte. Spaccare quel dannato guscio a testate è un’impresa eroica, lo so. Durissima impresa, ma la testa lo è di più. E applaudo fino a spellarmi le mani tutti quelli che insistono finché non ci riescono. Se esci una volta dalla comfort-zone … è praticamente fatta. Puoi rifarlo. Ancora, ancora e ancora, finché spostare i tuoi limiti sempre un po' più in là cancellerà il confine della zona di comfort, e nulla apparirà impossibile, ma solo difficile. Voilà!
9) Pianifica. A qualcuno viene facile e naturale, per altri è come bere aceto caldo. Avere un piano con obiettivi, priorità e tappe è un super-food per la motivazione. Evita confusione, distrazioni, spreco di tempo e di energie, insomma: fa bene. Anzi, direi che senza un piano è difficile mantenere la motivazione perché non sai dove stai andando, e prima o poi ti chiedi “ma che c… faccio?”. Sapere che strada devi fare per arrivare a destinazione è utilissimo anche per dosare le energie, per sapere di dover riposare quando è necessario e prepararti ad affrontare le salite con il fiato e la determinazione necessarie. Make your life a plan dice Jon Butcher, cioè programma la tua vita.
10) Ingrediente segreto. Ognuno ha il suo. Quando si mette male e devi tirarti fuori dalla M in fretta, quando ti fanno incazzare di brutto e “adesso ti faccio vedere io” … insomma hai capito no? Cos’è il trigger che tira fuori l’eroe che c’è nascosto in te? Cosa trasforma il coniglietto in un leone? Qual è il giochino mentale che fai con Mr. Ego quando sai che bisogna farcela si-o-si?
Allora se ce l'hai non tenerlo per te, #condividi il tuo ingrediente segreto, e come sempre ...
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A presto!
Dennis
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