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Cosa fare se il tuo team non rende? Le 7 domande per capire dove sta il problema, e risolverlo.


Esistono approcci diversi alla risoluzione dei problemi, ma riducendo ai minimi termini le opzioni sono fondamentalmente due: la prima è attendere il cambiamento concentrando il focus su cause o fattori esterni, come la sfortuna, il destino, le coincidenze, il sistema o ancora la disorganizzazione, la pigrizia, l'incapacità (degli altri, ovviamente) o la mancanza di mezzi e opportunità. La seconda la preferisco di gran lunga, ed è interagire per modificare lo status quo e volgere la situazione a tuo favore. Dico interagire perché, quando si tratta di lavoro, diverse cause, fattori e attori possono influire sul risultato, ma se ci pensi bene tutto è riconducibile all'interazione delle persone. Provare approcci diversi da quelli abitualmente utilizzati è un modo molto efficace per cambiare il risultato delle interazioni, di conseguenza relazionarsi con le persone in modo funzionale - mirando alla comprensione reciproca senza il paravento del giudizio - ti dà modo di eliminare una buona parte degli elementi incontrollabili che spesso possono degenerare in situazioni negative o inaspettate. Come puoi fare? Niente di più semplice:


CHIEDI


Imparare a chiedere, o meglio a porre domande, è difficile ma vale la pena soffrire e uscire dalla comfort zone, perché chiedere comporta anche molti, molti vantaggi. In primo luogo si fa chiarezza. Secondo: migliora la comunicazione. Terzo: chiedere apparecchia la tavola della comprensione. E ti sembra poco? Cioè, comunicare efficacemente, assicurarti che tutti abbiano compreso chiaramente gli obiettivi e le scadenze, ti sembra poco? Controllare questi 3 elementi (comunicazione, comprensione e chiarezza) significa eliminare la maggior parte dei guai che possono trattenerti - o trascinarti - fuori dalla tua genius area succhiando la tua energia creativa, a discapito della tua performance. Se sei un leader (o vuoi diventarlo), l'operatività è il tuo nemico, mentre la genius area è la tua fidanzata. Ma ... sono già troppe le parole, allora via! Passiamo subito alla pratica: ecco le 7 domande da porre al tuo team per ottenere vantaggi immediati in termini di performance, spostando il focus su ciò che puoi controllare direttamente, invece di subire la situazione ad aumentare stress e possibilità di fallimento. Pronto? Allora giù il gettone, si parte!


  1. Hai chiaro in mente cosa devi fare per ottenere il risultato che mi aspetto? Come posso rendere più chiari gli obiettivi o le aspettative per aiutarti a comprendere meglio?

  2. Il livello di qualità/impegno richiesto per questo lavoro è chiaro? Quali esempi o dettagli ti posso fornire per chiarire il livello di qualità/impegno necessario?

  3. Pensi di avere tempo a sufficienza per ottenere il risultato richiesto con il livello di qualità richiesto? Posso fare qualcosa per aiutarti nella gestione del tuo tempo?

  4. Pensi di poter arrivare al risultato/obiettivo richiesto? Le mie aspettative sono realistiche?

  5. Ti ho fornito un quadro chiaro sul motivo per cui questo lavoro è importante, e le informazioni necessarie per svolgere il tuo lavoro senza errori? Come pensi che potrei essere più efficace nel modo/tono di comunicare con te?

  6. Ti senti sotto pressione? Se si, per quale motivo?

  7. Cosa vorresti cambiare/adeguare in modo che l'obiettivo sia più ragionevole? cosa pensi che ti darebbe gli strumenti e le risorse per svolgere al meglio il tuo lavoro?


La risposta è NO !!! Non pensarlo

nemmeno, non è debolezza dimostrarsi aperti e disponibili, e NO !!!! Non pregiudica la tua leadership. Mai sentito parlare del principio della "reciprocal response"? Senza tanti giri di parole, se qualcuno si comporta male (o bene) con te sarai propenso a ripagarlo con la stessa moneta. Inoltre in un contesto sociale come l'ambiente di lavoro un altro principio acquista un discreto peso: il "verbal commitment principle", per il quale se ad esempio alle domande 3,4 o 5 hai ricevuto un "si" come risposta, puoi stare certo che l'assunzione di responsabilità acquisterà un valore forte, che contribuirà ad aumentare gli sforzi e le energie di chi ha risposto per non doversi contraddire.


Ognuna di queste 7 domande apre al dialogo, dandoti il controllo completo della situazione visto che stai offrendo al tuo interlocutore la possibilità di avere un aiuto da te (da qui il rafforzamento della leadership) e di chiarire eventuali dubbi. Una volta terminato il confronto cosa avrai ottenuto? Vantaggi, come eliminare i rischi di errore per mancanza di comprensione, chiarire le priorità e gli obiettivi, verificare che i mezzi siano sufficienti per raggiungerli, rafforzando il senso di appartenenza e la tua leadership tramite un atteggiamento di apertura e disponibilità. Poca spesa, tanta resa, no?


Ma non vorrai mica accontentarti di "così poco", quando con altre 7 domande puoi raddoppiare il vantaggio e spostare il focus su ciò che il tuo interlocutore può migliorare per arrivare dove abbiamo capito che si deve - e si può - arrivare. Con le prossime 7 domande puoi fare scopa, ori, carte, primiera ... e settebello, portandoti a casa la partita senza dover affrontare situazioni conflittuali, senza dover impegnare tempo, energie e risorse per risolvere un problema che non hai creato tu,e senza essere imprigionato nell'operatività o vessato dalle scadenze, approfittando quindi del tempo di qualità che hai guadagnato per operare nella tua genius area.

Questa volta l'obiettivo non è metterti in gioco e mostrare il tuo lato aperto e disponibile per rafforzare la tua leadership, ma bensì è mettere sul piedistallo il tuo interlocutore e lasciare che si guardi un po' nello specchio, e si valuti con obiettività.

ATTENZIONE a scegliere bene le parole, per evitare che una opportunità ti si rivolti contro dando lo spunto al tuo interlocutore di sciorinare una sfilza di lamentele, e dargli il "la" per evidenziare solo aspetti negativi. Quindi occhio alle parole, che devono sempre stimolare una riflessione che tenda al miglioramento, alla crescita, alla proposta e all’impegno. Allora giù il secondo gettone


  1. Come valuti la tua performance ultimamente? Dove vedi le opportunità per migliorare, e quali puoi sfruttare subito?

  2. Cosa ti piace di più del lavoro che stai facendo? Quale parte del lavoro è stimolante, motivante ed energizzante?

  3. Su quale parte del lavoro ti senti bloccato? Su cosa hai provato a insistere per rompere il guscio, ma ti sembra di sbattere la testa contro un muro?

  4. Quale parte del lavoro è poco stimolante? Quali compiti risultano più pesanti o difficili?

  5. Quando è stata l'ultima volta che hai parlato o sei entrato in contatto con qualcuno che ha beneficiato del lavoro che hai svolto? Vorresti più opportunità per poterlo fare?

  6. Senti di sfruttare i tuoi punti di forza nel tuo ruolo? Come pensi di poter aumentare la tua curva di apprendimento e miglioramento?

  7. Ti senti più ottimista o pessimista riguardo alla possibilità di migliorare il tuo rendimento e contribuire al futuro dell'azienda?


Fermati un attimo, rileggi le domande e immagina cosa comporta - in una situazione reale - una possibile risposta, quanti e quali scenari può aprire, e a quali conseguenze può portare. Conoscenza, ecco cosa porta.

Nessuna di queste domande suona come: "Cosa pensi di fare di sbagliato?" o "Cosa pensi che io stia facendo di sbagliato?" Lo scopo non è entrare in un loop accusatorio o stabilire dove risiedono eventuali colpe, al contrario. Il tuo obiettivo è semplice: migliore comprensione per una azione efficace. Un approccio alla conversazione con un collega il cui rendimento non è propriamente alle stelle - ponendo delle domande invece di dispensare risposte o ordini - crea lo spazio e l'ambiente perché quel collega abbia voglia e modo di fare qualcosa di diverso per cambiare la situazione. Cambiare non solo per cambiare, ma allo scopo preciso di fare un salto di qualità e togliersi da dove si trova. A nessuno piace lavorare per fallire, e nel tuo caso quel cambiamento, quel miglioramento è l'obiettivo da non fallire, punto e basta. In inglese rende meglio: "achieving rather than being busy".


Allora cosa te ne pare del potere delle domande? Ci proverai? Fammi sapere se vuoi dare una chance alle domande come soluzione al problema del rendimento migliorabile del tuo team, e condividi la tua esperienza o opinione, share if you like, I like if you share !


A presto,

Dennis


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