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Burnout (parte 2): come uscirne con i 7 consigli (+ 1) di chi ne è uscito vivo per 2 volte


La sindrome da stress cronico affligge il 62% dei lavoratori, e impatta negativamente sulla produttività delle aziende in maniera incalcolabile, annullando il contributo della risorsa più importante delle aziende stesse: le persone. A mio parere il problema è molto sottovalutato, e andrebbe inserita una voce a bilancio per investire sulle misure necessarie a contenere e combattere il burn-out, perché i danni che provoca in termini di produttività, organizzazione, tempistiche, costi accessori, turnover del personale, visione ecc. è molto più alto del costo che un'azienda potrebbe sostenere per creare un ambiente di lavoro che non triti le anime delle persone come un frullatore.


Detto questo voglio iniziare con un grazie perché il primo blog post sull’argomento burn-out ha avuto decisamente un successone, quindi mi sembra doveroso chiudere subito il cerchio e raccontati come ne sono uscito, nella speranza di ripagare anche solo in parte l’attenzione e darti degli spunti utili.

Se è vero che una rondine non fa primavera, e che due prove fanno un indizio, non c’è prova scientifica che una volta superato il burn-out poi sarai immune. Infatti gli anticorpi del primo burn-out non mi sono serviti a scamparla, e il secondo è stato forse ancora più pesante. Comunque, se dovessi sentire ancora quel sapore in bocca sono sicuro che lo riconoscerei immediatamente, e mi ricorderei quali passi muovere per darmela a gambe e non ricadere in quella mortifera palude della mente.

Primo passo: voltare le spalle all’orgoglio e riconoscere che il problema c’è, che ce l’hai tu, e che te lo devi risolvere. E pure in fretta. Forse è il passo più difficile, perché finché non ti schianti e vai in pezzi pensi sempre di potercela fare, e che quella sensazione di vuoto passerà se ti concedi un weekend lungo con il telefono spento, organizzi una “zingarata” con gli amici, o ti gratifichi con un premio, tipo cambiare la moto o il taglio di capelli. Non serve, te lo dico subito. Aiuta nel breve periodo ma non serve, e per risolvere il problema ci vuole proprio una bella chiacchierata vis-à-vis con Mr. Ego, con cui mettere giù subito il piano di emergenza.

Secondo passo: Outsourcing. Cioè "pesca fuori dalla tua testa": chiedere aiuto a Mr. Ego per iniziare, poi parlarne con qualcuno di cui ti fidi e che ti vuole bene. Prima di tutto perché glielo devi, così capirà che il tuo comportamento degli ultimi tempi era causato da un malessere serio. Poi perché le parole creano la realtà, quindi se non ne parli non lo rendi reale, e non puoi combattere una cosa che non esiste.

CONSIGLIO: ammettere che sei nei guai non serve a risolvere il problema, ma se pianifichi cosa ti serve mettere nel piano di emergenza che firmerete tu e Mr. Ego hai una chance. Io me ne sono tirato fuori uscendo di corsa dalla confort-zone e decidendo di seguire un corso di crescita personale con un coach, che ha cambiato le mie prospettive e il mio approccio al problema. Senza un aiuto esterno che ti tenga in carreggiata non vai molto lontano, ricordati che sei in burn-out e anche respirare è una fatica di Ercole, figurati cambiare abitudini, visione, modo di pensare e di agire.

Terzo Passo: molla tutto, stacca la spina, mettiti in stand-by, prendi carta e penna e scrivi quello che stai passando, analizza le cause, rivedi mentalmente le situazioni in cui hai avuto reazioni o sensazioni negative come se vedessi un film, come se ti vedessi da fuori. Non è semplice, ma si tratta della tua vita, e se aspetti troppo poi rischi di non farcela con le tue gambe e ti tocca andare dallo strizzacervelli che, comunque, non è Harry Potter e non ha la bacchetta magica per risolvere il tuo casino con un tocco e una frase in latino mal pronunciato.

CONSIGLIO: uscire dalla routine è molto utile per non essere condizionato dall’ambiente-palude e poter dedicare il giusto tempo ed energie a salvarti le terga, quindi stai con te stesso. Punto. Te lo devi e lo devi agli altri. Io ho scelto di andare una settimana solo con il mio cane in una baita in montagna, e l’ho cercata assicurandomi che il telefono non prendesse, e internet non fosse disponibile. Niente contatti, niente social, niente parole, solo pensieri, un blocco e una penna. Di giorno nei boschi e la sera si scrive. Non ti serve altro. Se non puoi staccare la spina per più giorni prenditi un’ora al giorno, piuttosto in auto, in un parcheggio, sali su un bus e fatti il giro fino al capolinea, vai in un parco, ma stai da solo con te stesso, spesso e per più tempo possibile, per pensare e analizzare le 12 categorie della vita su cui agire (https://www.mindvalley.com/lifebook)

Quarto Passo: informati. Lo so, qualsiasi cosa è uno sbattimento in burn-out, e organizzare una sistema per risolvere la situazione quando pensi di non avere neanche il tempo di respirare sembra fantascienza, ma si tratta della tua pellaccia, quindi …

CONSIGLIO: stacca in pausa pranzo, e invece di andare a pranzo con i colleghi e lamentarti, o rimanere davanti al PC a fissare il muro o mangiarti le unghie, metti gli auricolari vai a camminare (così fai anche esercizio) e ascolta un podcast, o vai su Youtube per cercare informazioni su #mindset, #focus, #meditazione, #fitnessperpigroni, #comemangiaremeglio, #yogaperscetticidelloyoga, insomma devi capire come cambiare perché così non puoi stare, e devi trovarti qualcosa che ti faccia mediamente schifo, ma che sei disposto a tollerare per uscire dalla ... melma.

Quinto Passo: dopo l’analisi e le informazioni ti serve il piano di azione, quindi stabilisci pochi punti top-urgent su cui intervenire subito, perché non potrai stare in ferie un anno per rimetterti in carreggiata ma dovrai lavorare un po’ ogni giorno per iniziare a vedere dei risultati. Niente mezze verità, sii sincero con te stesso perché tanto è inutile raccontarsi balle, il conto del burnout lo paghi tu per primo ma gli effetti collaterali fanno danni anche - e soprattutto - a chi ti sta vicino. Sincerità e obiettività sono le password per entrare nel tuo sistema operativo e far partire l’antivirus: “scanning-mode-on”, fai girare il disco rigido e analizza tutti gli aspetti della tua vita per mettere nero su bianco:

- quello che va discretamente male (in burn-out niente va bene)

- quello che non va e che devi migliorare assolutamente

- cosa sistemare subito e cosa in un secondo momento

- chi ti può aiutare a farlo

- cosa ti serve per affrontare ogni punto che hai in elenco

CONSIGLIO usa delle app per le liste da collegare al calendario, o cerca su internet qualche blog che ti dia consigli pratici e utili su come organizzarti, in burn-out non riesci a organizzare i prossimi 4 secondi senza scoraggiarti, non pensare di poter fare cose nuove con i mezzi di sempre. Cambiare ti aiuta a cambiare


Sesto Passo: Azione. Prima o poi arriva il momento di sporcarti le mani. Pensare e riflettere va bene, ma non ne esci senza cambiare perché il mondo fuori è (e sarà sempre) così, quindi devi cambiare tu il modo di vedere, sentire, agire e reagire.

CONSIGLIO: il #kaizen è il metodo che ti consiglio, perché si basa su piccoli cambiamenti quotidiani, ripetizioni di gesti nuovi e digeribili senza rivoluzioni o cambiamenti drastici. Come? In 5 step

1) Identificare un’abitudine per cui serve un correttivo, ad esempio l’abitudine di pensare e dire che tutto è uno schifo.

2) Impostare un’azione quotidiana che contribuisca a correggerlo, ad esempio prima di dormire pensa a 3 momenti piacevoli della giornata, come il cane che ti fa le feste quando torni, o l’alba che hai visto mentre andavi in aeroporto alle 5, il fatto che anche oggi stai provando a fare qualcosa per uscirne.

3) Ripetere il punto 2 finché l’azione diventa normale, automatica, integrata nel sistema operativo.

4) Inserire una seconda abitudine da modificare.

5) Ripetere e inserire altre abitudini che influenzino diverse sfere della vita privata e professionale.

Passo Sette: fare sport. Si lo so, non hai tempo. Ma fallo. Poco, per poco, poco a poco, poco-poco, ma fallo. Scarichi la testa, puoi pensare mentre lo fai e magari riduci problemi muscolari, che sono una piaga d’Egitto quando già tutto il resto non gira. Piuttosto comprati una consolle di videogame usata tipo la Wii che ha un sacco di giochi e gingilli divertenti per fare sport in casa.

Passo Sette + 1: Love. Devi volerti beve e farti violenza per mettere te stesso davanti a tutto il resto. Facile? No. Per niente. Ma fai solo quello che ti piace fare, almeno per un po'. Nel lavoro trova quello che ti piace fare e dedicagli più tempo per farlo bene, tanto quello che non ti piace non lo fai bene lo stesso e per di più ti incasina. Vedrai, ti darà soddisfazione e risultati, di conseguenza crescerà l’autostima e avrai anche meno critiche perché "non fai niente di concreto". Per la vita privata poi rispolvera un hobby o una passione che avevi e in cui eri bravo/a.

CONSIGLIO: Per esempio, io avevo comperato in pieno burn-out una batteria elettronica usata per potermi rimettere a suonare lo strumento più rumoroso del mondo in casa, con le cuffie. Sono tornato a sentirmi una rockstar suonando la batteria sulla mia musica preferita, menando come un fabbro senza tormentare famiglia e vicini di casa. Avevo venduto la mia batteria acustica da quasi 25 anni e pensavo che il progetto rockstar fosse seppellito, e invece il burn-out mi ha dato una chance, la prima di una serie di opportunità che arrivano SOLO se hai il coraggio di fare il primo passo.


Sicuramente ci sono altri modi e soluzioni per uscire dal burn-out, molto dipende da come sei fatto e quanto ci sei dentro, e questa è solo la mia esperienza.

Tu come ne sei uscito/a? quale informazione o suggerimento hai trovato più utile?

Leave a comment, and thanks for sharing!


Potrebbe interessarti anche la prima parte del post sul burn-out oppure la formula per superare la crisi


A presto,

Dennis

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